giovedì 28 maggio 2009

La magia del Giro

Il Giro d' Italia per me inizia a Ottobre quando viene svelato il tracciato, quel giorno spero in una tappa vicina e abbastanza "importante".
Quest' anno per il centenario è andata bene; in programma per il 25 Maggio, alla terza settimana di Giro il tappone dolomitico (Ma sugli Appenini) Pergola-Monte Petrano, 237 km con tre mille: Nerone, Catria e appunto Petrano.

Io e la Wonderbaby ci siamo, decidiamo di andare sull' ultimo monte, alle sette della mattina del 25 siamo a Cagli, la strada che sale è già chiusa alle auto, parcheggiamo la nostra e zaini in spalla ci mettiamo in cammino verso la cima, si aggregano subito a noi, al km zero della salita, due ragazzi di Terni e due uomini di Spoleto tra i 60 i 70.

Poche rampe di salita, due battute sul ciclismo e sui suoi vecchi e nuovi eroi e già si parla e si scherza come tra vecchi amici, saranno anche il contesto, l' interesse in comune a favorire questa cosa, a questo proposito è uno dei più giovani a far notare la forza aggregativa dello sport, in particolare del ciclismo.

Al quarto km l 'allegra brigata umbra è già alla politica, per poco però, lo sport riprende il sopravento presto.
La salita procede abbastanza regolare, ogni km si sale di circa 100 metri, decidiamo di finire la camminata all' arrivo della tappa, con foto, poi ognuno si sistemerà dove meglio crede.

Arrivati in cima ci bloccano a circa trenta metri dal traguardo, stanno montando le tribune, ci accontentiamo di una foto con l 'arrivo alle spalle.

Io e la Wonder intanto abbiamo incontrato due nostri amici saliti il giorno prima in auto, andiamo indietro con loro ai -3 km dal traguardo, in un punto in cui si vedono alcuni tornanti, ci stendiamo sul prato e intorno alle 11:30 inizia l' attesa.

Il tempo scorre bene, osservo i prati tra i tornanti riempirsi pian piano, i cicloamatori che salgono in continuazione, lo faranno fino alle cinque di sera, ma dove vanno tutti?
E' impossibile che dall' arrivo della tappa a dove siamo noi abbiano trovato posto tutti quelli che ho visto passare.

Verso le tre arrivano le prime notizie sulla gara, a quell' ora sono sul Nerone e si parla di un gruppetto in fuga, tra questi Cunego e Popovich, quest' ultimo, intorno alle 17:00, dopo la salita del Catria fa il pazzo nella discesa e parte da solo, arriva ai piedi del Petrano con 32'' secondi di vantaggio su Cunego.

Un amico salito in bici ci raggiunge poi va prendere 6 birre fresche in lattina , ci vuole la birra oggi, fa gola in questo giorno appiccicoso di caucciù.

Sentiamo avvicinarsi il rumore degli elicotteri, sono sopra di noi, tutti aspettiamo che esca un ciclista, uno qualsiasi, dalla prima curva che si vede in basso a destra, intanto passano le auto della gara e della polizia, l' eccitazione sale, finalmente eccolo il primo, è da Dicembre che lo aspetto, è Popovich, e come me lo aspettava questo monte pieno di gente che alla sua vista si infiamma, l' attesa è finita, ecco il Giro.

Dopo di lui passa Sastre(Che vincerà), riconosco Di Luca, la maglia rosa Menchov che lo "marca", Basso, Pellizzotti, mi perdo Cunego e Garzelli, però vedo benissimo Lance Armstrong, lo riconosco da lontano, è col compagno dell' Astana Leipheimer, saprò poi che lo sta tirando perchè il secondo è sfinito.

Passati i primi 30/40 le curve iniziano a svuotarsi, c' è chi si incammina verso l' arrivo e chi come noi inizia a riscendere, rischiamo di venire travolti dai cicloamatori che passano velocissimi, in mezzo a loro anche i primi arrivati che tornano a Cagli, dei famosi riesco a rivedere solo Armstrong.

Intanto casualmente abbiamo ricomposto il clan degli umbri, ogni tanto ci fermiamo ad applaudire quelli che ancora salgono, chi solo come Gibo Simoni, chi in gruppo, fino al plotone finale che arranca insieme con l' unico obiettivo di restare nel tempo limite.

Passati loro ecco l' auto con la scritta "Fine gara ciclistica", si va a casa con il rosa negli occhi, domani è lunedi e si torna al lavoro, veramente sarebbe martedi, ma come diceva qualcuno (Montanelli ?) la magia del Giro sta nel fatto che ogni giorno sembra domenica.

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