martedì 5 maggio 2009

Pochi secondi

Domani sera finalissima del campionato di calcio amatoriale, fino a pochi secondi dalla fine della semifinale di sabato ci dovrebbe essere stata la squadra che alleno, già, fino a pochi secondi, poi il gol-shock che ci taglia fuori e che m' inchioda alla panchina con la testa fra le mani fino a quando il campo non è quasi svuotato, dovrei piangere per scaricarmi ma non ci riesco, pochi secondi...

Stranamente riesco a dormire bene, la mattina dopo sono a Barchi, piccolo centro marchigiano, insieme ad altri mille podisti per partecipare alla mia 2° Maratona in 42 giorni (Hai capito il fascino dei numeri!).

Prima del via faccio quello che fanno tutti: cerco un bagno, prendo un caffè, corricchio nel centro e stendo il braccio sinistro per ricevere i satelliti nel Gps, ancora però sono turbato da quel gol alla fine, sono fatto così, infatti non vedo l' ora di partire per pensare ad altro, a volte corro per dimenticare.

Alla partenza incontro un ragazzo conosciuto in occasione della Roma-Ostia 2009, iniziamo a chiacchierare, intendiamo stare tutti e due sulla media dei 5' al km, anche se un po' intimoriti dai racconti di chi ha già corso qua, non ci crediamo tanto.

Passiamo insieme per bei borghi (Mondavio, Orciano, San Giorgio, Piagge) pieni di gente festosa e di musica, la gara procede in media, poi incontriamo un gruppetto che accelerando un poco si risucchia il mio compagno di gara, io non me la sento e resto al mio passo, sono pochi secondi di differenza che a lungo andare potrebbero incidere, ed ancora l' andare è lungo.
(Lo supererò poi intorno al 38°)

Entro quindi a Cerasa (21 Km) da solo, da noi cerasa significa ciliegia, però qui danno fragole, prima di uscire dall' abitato vedo la Taverna del Leone e m' inorgoglisco un po', senza motivo tra l' altro.

Vado incontro agli ultimi strappetti (San Costanzo e 30° km) prima della discesa che porta a Fano, li supero senza particolari problemi e mi ritrovo quindi al 32° km, guardo la proiezione dei tempi ed inizio a crederci, ho superato indenne i saliscendi, tre e trenta non sarebbe male, qualcuno da dietro grida che la Maratona inizia ora, ed ha ragione.

Inizio la discesa e sento l' odore del mare, da quando sono rimasto solo ogni tanto sono ritornato a quel maledetto gol, ma ora ci sono dolori più vicini, più fisici.

Gli ultimi km sono un doloroso conto alla rovescia, tra voglia di arrivare in fretta per finirla con la sofferenza e sballati calcoli matematici; ho impostato l' orologio con lo stop automatico, se io mi fermo si ferma anche lui, cosa che ho fatto per dei bisogni ed ho perso quindi il tempo reale della gara, provo a spingere più che posso per cercare di stare sotto le tre e trenta.

Entro sulla passerella in metallo della darsena e supero alcuni podisti, sto tirando l' ultimo km, provo a spostarmi sul cemento, per una corsa più pulita e lineare, poi penso che sia meglio il metallo perchè rimbalza e torno lì sopra, mi sto attaccando a tutto, faccio la curva che scende sul rettilineo prima dell' arrivo e poi tiro ancora.

Rettilineo e curva a destra, riconosco una voce che mi incita ed allo stesso tempo vedo il crono della gara, siamo a 3h 30' 35'', mi scappa un "Noooo", poi sono sotto l' arrivo e mi infilano una medaglia gigante.

Ancora per pochi secondi, quasi ci credevo, sarebbe stato un piccolo risarcimento per il giorno prima poter vedere 3h 29' ecc... , invece no, mi appoggio alle transenne con le braccia e ci adagio la testa, recupero un po', non è tutto sudore quello che bagna il mio viso.

Alla fine sono contento lo stesso, la delusione di Roma è riscattata, so che è un buon tempo data l' altimetria della gara, so che molti vorrebbero un crono così ecc..., però ancora una volta in due giorni ci sono quei pochi secondi a dividermi da una gioia completa, limpida, pochi secondi...

Ma poi si va a pranzo tutti insieme, con quelli i secondi andrà meglio!

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