mercoledì 22 febbraio 2012

Prenderla come viene



Ogni Maratona è un' avventura, un avvenimento epico nella propria esistenza, qualcosa che meriterebbe di essere raccontata come si deve, da qualcuno bravo veramente, un fuoriclasse alla Joyce (Il suo “Ulisse” di oltre 700 pagine si svolge in una sola giornata e nella struttura rappresenta l' Odissea di Omero, c'è anche dell' altro ma già così rende l' idea).
Perchè sono tanti gli stati d' animo che si attraversano, tanti i pensieri, tante le difficoltà e altrettanti i momenti esaltanti, certe 42 km sono montagne russe tremende.

Prima della partenza si salutano gli amici, si consegna la borsa, si fa una sgambatina leggera, ci si appunta con le spille il nome che avremo sulla strada, non necessariamente in quest' ordine, ma comunque tutto prima di essere al km zero, con la mano sul cronometro e le orecchie in attesa.

Il primo km è quello che vola via sempre che nemmeno te ne accorgi, senti il Garmin che suona per la prima volta e scopri hai passato gran parte della prima frazioncina ad evitare gli altri podisti.
Raggiungo Wonder Woman e impostiamo un passo a 4' e 45'' al km, un' andatura che in allenamento teniamo bene, su una prima parte favorevole e con un clima che aiuta, sembra una passeggiata, non lo sarà.

I primi km passano tranquilli, all' inizio si affianca a noi Pierluigi The Rock, è in forma e dopo un po' allunga, poi un ragazzo di Perugia conosciuto online su Running Forum e ne approfittiamo per conoscerci di persona, poi Luca il Presidentissimo che fa la mezza, intanto siamo regolari fino alla cascata (12° km), perfetti fino al bivio 21-42 km, usciti da Terni inizia la pioggia, abbastanza fastidiosa e insistente, al 24°/25° iniziamo a perdere colpi, WW accusa dei dolori muscolari e preferisce non forzare, convertiamo la prova in lungo-lento, comunque mettermo km in cascina.

Il drittone intanto sembra non finire mai, c' è poca luce e si corre controvento, non manca niente per divertirsi insomma, poi finalmente, intorno al 30° ecco il bivio a sinistra che ci porta nel km sterrato, un ponte di legno da atraversare e siamo alla Parigi-Roubaix, non si corre sul pavé però ci si sporca, e questo da maggior prestigio ai nostri sforzi, al ristoro mangio un Pan di stelle e bevo una Coca, una battuta con l' animatore poi di nuovo a pestare sulle caviglie che iniziano a stridere.

Si torna sull' asfalto e per alcuni km chiacchieriamo con un nuovo amico, un podista alla sua 250° Maratona, tutti e tre tiriamo a finire alla meno peggio, al ristoro dopo ci perdiamo di vista, io e WW beviamo da fermi, l' uomo bicentenario va.
Si naviga a vista, quello che viene viene, poi rientrati a Terni una frustata d' orgoglio e tentiamo di stare sotto le 3h e 40', se vuoi un obiettivo* lo trovi sempre, anche quando è andata storta è giusto lottare per qualcosa, e allora spingiamo e razziamo le ulime forze, non basterà, 37 secondi ci buttano senza pietà dalla parte sbagliata del risultato.

Perchè sempre risultato si chiama, non esistono tracolli o fallimenti ma solo risultati, a volte buoni a volte meno, prendiamola come viene e guardiamo avanti, dopo ognuno di essi c' è un' altra strada che riparte e ci aspetta.
A me stamattina mi aspettava il mio giro perfetto, i miei classici 7,6 km dove scaricare dolori post-gara e microtraumi, la prima corsa dopo la Maratona, quella che veramente ti riordina.