Quelle
corse che servono, quelle in cui vuoi essere da solo, a volte ci
vogliono anche queste, ed oggi era il giorno giusto.
A dire
il vero neanche preventivato, avrei dovuto far altro e stava piovendo
di brutto, alle otto improvvisamente pausa pioggia, senza pensarci,
per la paura che ricominciasse, ho infilato maglietta, calzoncini,
scarpe, mp3 e via in strada.
Per i
primi due km, fino al sottopasso che prendo sempre, tutto regolare,
quello lo vedo come il vero ingresso nella corsa, dato che prima di
prendere la strada bianca devo attraversarne di trafficate e quindi
stare attento.
Il
sottopassaggio del treno insomma come porta, e poi la sensazione di
essere a casa, sulla “mia” strada, un luogo di tutti in verità,
ma stranamente rassicurante, una riga bianca a forma di lampo che
taglia dei campi nella quale
mi piace ritrovarmi.
mi piace ritrovarmi.
E
allora penso che magari è perchè in generale alla strada non
importa che tu sia buono o cattivo, la strada non giudica e accoglie
tutti, la strada è vita (Kerouak, ancora lui).
E poi
ho anche la musica che mi accompagna, vecchi amici che non conosco di
persona ma che valgono più di mille analisi, per la maggiore sono
compari rock che hanno vissuto le tue beghe prima di te e te le sanno
raccontare meglio, con parole e musica esatte, e se te ne parlano
Mick Jagger e Keith Richards puoi crederci.
2 commenti:
Grande ROBY, io quando ho bisogno di correre da solo vado per i boschi ..ed entro in un'altra dimensione!
Ciao Enri! :)))
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