E' strano tornare in vacanza dopo undici anni, intendo vacanza "vera", non i fine settimana fuori casa per correre una gara.
Si perde l' abitudine e non è piacevole, una volta che puoi partire sei disorientato, avverti una strana inadeguatezza a lasciare la normalità, lo scontato. (Tutto va interpretato nel contesto, lo so che ci sono ben altri problemi, tipo perdere un derby o un personale in Maratona sfumato per pochi secondi)I biglietti per treni che regolarmente tarderanno sono pronti, presi on-line, siamo coperti per le tratte Arezzo-Milano e Milano-Tirano.
Per la coincidenza ci sono dieci minuti, uno ingenuamente prova anche a
crederci, poi quando il treno si ferma nel nulla capisci che è andata, passerai un paio d' ore alla stazione per mangiare e guardare le vetrine.
Il secondo treno è un regionale che si crede automobile, ai passaggi a livello si ferma lui, giuro!
Condividiamo gli sguardi al cielo degli altri passeggeri, tra i quali un ragazzo di Napoli che ha appena finito un corso da tatuatore, ha un mese libero e lo sfrutterà lavorando in un ristorante svizzero.
Avrei bisogno e piacere di prendere un caffè, allora i trasporti prendono a funzionare regolarmente per non darmene il tempo; scesi dal treno dobbiamo correre per non perdere il primo pullman, giù da quello due passi (due!) e siamo nell' altro, che ci porterà finalmente a Livigno dopo 12 ore dal primo mezzo.
Arriviamo scendendo da un passo dopo alcuni km di panorami nuovi per me, fatti di grandi vallate e immense montagne mai viste, il calo della temperatura e il cielo scuro fanno dimenticare l' afa del pomeriggio e che siamo al 4 di Agosto.
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