mercoledì 5 maggio 2010

Harvest


Harvest di Neil Young, perchè dopo la semina di km e km settimanali e allenamenti pesanti è giunta l' ora del raccolto (Harvest appunto).

A dire il vero non ci speravo poi tanto nel Personal Best visto il tipo di gara, molto mossa nei primi 30 km e pianeggiante quando ormai i piedi strisciano più che correre e le uniche forze vengono dal cervello.

Parto forte, complice un tratto in discesa, insieme ad alcuni compagni di squadra, dopo pochi km, trovato il passo giusto, resto in compagnia della Donna Bionica e del Veterano di tante battaglie Sauro (Oltre 50 Maratone per lui).

Il meteo ci aiuta, il cielo è coperto e non è caldo, si va bene quindi e fino al 30° mi diverto, perchè mi piacciono questi percorsi nervosi, gli strappetti da tirare e i passaggi nei centri abitati a battere il cinque ai bambini.
Il ristoro dei meno dodici ci annuncia la discesa in arrivo e il vero inizio della gara, come affermava un anno fa proprio in questo punto un podista sconosciuto.
Più in basso si sentono i botti di un poligono, ma potrebbero essere anche quelli dei podisti in crisi.

Proprio in questo punto veniamo raggiunti da altri tre compagni di squadra, l' euforia dell' incontro ci contagia e ci spinge tutti in discesa a tratti intorno ai 4'10'' al km.
Passati questi due km torniamo in pianura ad un' andatura umana, qualcuno va e qualcuno resta più indietro, ognuno fa i conti con se stesso, si riforma il trio precedente l' incontro con la Donna Bionica che resta pochi metri dietro di me ed io pochi metri dietro il Veterano.

Nei pochi metri di cross, vicino al camping pieno di compaesani incitanti, tiro un bicchiere d' acqua ad un amico che subito non mi riconosce, in quel pezzo ci si esalta, sembra una curva del Tour, passato quello però accuso i primi cedimenti.

Per fortuna mi passa avanti la Donna Bionica che mi scuote, mi riprendo e restano solo i problemi fisici, intanto incomincia a piovere.
In qualche modo il nostro trenino arriva al 38° km, qui perdo qualcosa, al centro di Fano i sampietrini non li sento neanche, ogni tanto cerco un allunghino per riavvicinarmi a loro ma sembra uno di quei sogni nei quali vuoi scappare ma le gambe non ti seguono, mi sforzo ma non prendo mezzo metro.

Si torna al lungomare e si sale sul muro del porto, da sotto uno con l' ombrello mi incita e grida: "Dai che è un buon tempo!", intendendo il crono, io rispondo(41,5 km): "Mica tanto, piove!", insomma stupido fino alla fine(Io), dopo però l' ho salutato col pollice alzato.

L' arrivo è dopo una scivolosa pedana di legno in discesa, la passo, passo anche sotto l' arco e mi godo il nuovo personale: due minuti e mezzo di meno.
Il vero gran finale è però a tavola tutti insieme, ottimo pranzo e ritorno in pullman da vera gita.

(Dopo 10 Maratone sto considerando che i miei tre migliori tempi sono in quelle con tracciati più duri o in condizioni meteo estreme: Roma è durina, Barchi-Fano è durina, Ravenna è piatta ma la feci nel 2005 sotto il diluvio; 3h e 25' di nubifragio.
Cercasi gara in salita, sterrata e possibilmente in stagioni piovose per tentare nuovo personale)

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