giovedì 8 aprile 2010

Trentadue più dieci



Due settimane prima il mio nome a Roma era 3181, alla Maratona del Lamone mi battezzano 81, in fondo siamo in meno e tolgono la prima parte del pettorale.

Parto per una Maratona, ma il mio traguardo è il 32° km dove dovrò arrivarci alla media di 4' e 30'' al km, da li in avanti quello che viene viene.
Saper di dover fare 32 km, anche se per me veloci, mette meno paura del fatto di partire per una 42, "spezza" un po' la gara creando due traguardi.

Il primo lo raggiungo abbastanza bene, il tracciato è piatto però piove, c' è pure un vento fastidioso e contrario verso qualunque punto cardinale si corra.

Il secondo diventa un calvario, quando chiudo il primo mi blocco di proposito, devo riprendermi, anche mentalmente, da due settimane di carichi più 32 km aggiunti in questa giornata, faccio una breve camminata e riparto più lento.
Dopo alterno camminate e corsa lentissima, scambio due parole con disperati più o meno nelle mie condizioni per poi rifermarmi, ogni volta che cammino provo ad aggrapparmi a qualcuno, cerco un passaggio per il mio cervello scarico.

Al 39° ecco una ragazza con cui scambiai qualche battuta intorno al 20°, passa e mi dice di muovermi, la seguo, e a parte un mio cedimento al 40° mi porta al traguardo, arrivo in piazza, vedo che posso stare sotto le tre e trenta e lo faccio.

Missione compiuta, il test è venuto bene, dato che siamo in Romagna poi festeggerò a birra e piadina.

(C' è un paesino, intorno al settimo Km, dal nome interessante: Godo; perchè non invertire il percorso in modo da farlo diventare un bel riferimento verso la fine?)

2 commenti:

Albe che corre ha detto...

di la verità ..di cosa avete parlato con la ragazza al 20°km, eh?..per aspettarla poi al 39°km facendo finta di camminare a tratti..

Leonechecorre ha detto...

Hai capito il mio trucco!!!!