“Invece le canzoni non ti tradiscono. Anche chi le
fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto
dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte. Non importa
se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia delle canzoni, delle
vostre canzoni vi potete fidare"
Questa è tratta da Radiofreccia, ed è vero anche
secondo me. Ci sono però canzoni che sento da una vita e che magari non ho
“ascoltato” veramente, canzoni italiane che sento passare e
che potrebbero
essere anche straniere: penso ai fatti miei, parlo con qualcuno, le ascolto
davanti al pc mentre vanno alla radio e così via.
Prendo così solo pennellate qua
e là e non vedo il quadro compiuto, quello che l'artista vorrebbe farmi vedere.
Poi ci sono anche momenti come ieri; solo, in auto
e una canzone dall'attacco, stranamente (Perchè in auto le canzoni belle le
becchi già iniziate o quando devi scendere), ed ecco che ogni frase è il tratto
di un percorso già vissuto, una sensazione, una suggestione che ci vorrebbero
mille pagine per esprimerle, pochi sono capaci di arrivare al senso delle cose
in breve e condensare tutto in pochi minuti.
Ecco l'artista: che siano quattro minuti, un film, una tela
o poche righe. In uno spazio/tempo circoscritto e ridotto crea un'apertura per
apprezzare l'infinito, le opere in genere sono balconi, ringhiere alle quali
spontaneamente ci appoggiamo per cercare pezzi del nostro assoluto.
Non esistono snobistiche classi o categorie, (Non
importa che il balcone sia in una villa o in un appartamento) quello che conta è
il paesaggio nel quale si aprono. Basta saper “ascoltare/vedere”.
2 commenti:
Semplicemente vero. Ciao Leone.
Ciao Maurizio! Come va???
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