venerdì 20 febbraio 2009

Alti e bassi

Da piccolo mi affascinavano tanto questi disegni dell' altimetria delle tappe del giro.

Quelle con più saliscendi già facevano pregustare una tappa mitologica, con fughe ed inseguimenti tra eroi, non più ciclisti.

Io già li vedevo sudare e scrivere leggende, perchè puoi fare le cronometro che ti pare, puoi vincere le tappe piane che ti pare ma è in quelle con le salite che scrivi la storia.

Adesso questi disegni me li immagino quando sono fermo per qualche motivo (Infortuni, febbre come ora, ecc...).
Ampliando il disegno ad un lasso di tempo più grande li evoco e mi carico per il ritorno, pensando che questi brevi periodi di bassi ci vogliano, se non ci fossero loro la vita sarebbe tutta una tappa piana, senza quelle scalate dure che una volta in cima ci fanno sentire eroici.

Se non ci fossero questi periodi bassi come faremmo ad apprezzare gli alti ? Come faremmo a godere al 38° km di una maratona sotto il diluvio in cui potrebbero anche spararci ma continueremmo a correre lo stesso? (Pensato davvero a Ravenna 2005)

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